PEDOFILIA: BAGNASCO, REATO TERRIFICANTE, MAI PIU' COPERTURE
28 MAG 2010
(AGI) - CdV, 28 mag. - "Se vi sono state coperture di abusi sessuali anche in Italia, nel caso che cio' venga accertato, il giudizio della Chiesa e' quello noto: si tratta di di una cosa sbagliata che va corretta e superata". Lo ha detto il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ricordando che "la pedofilia e' un peccato terrificante e un reato, che riguarda tutta la societa' e la Chiesa che fa parte della societa'".
"Oggi - ha osservato il presidente della Cei - c'e' una contezza diversa rispetto a tempo addietro. Anche nel mondo scientifico c'e' un'evoluzione di consapevolezza verso questo fenomeno che 5 anni fa c'era molto di meno in termin globali".
Da parte sua, "la Chiesa sta prendendo molto sul serio l'emergere di casi anche al suo interno". "Nelle linee guida della Santa Sede, recentemente pubblicate - ha spiegato Bagnasco - troviamo le indicazioni piu' autorevoli e opportune per affrontare questo drammatico problema: serve giustizia comiugata con la cura e il perdono, elementio che non si sostituiscono uno con l'altro. Referente nelle singole diocesi e' il vescovo. Chiunque, per qualunque motivo, puo' avere accesso a lui per fare denunce, segnalare situazioni delicateavendo fiducia che egli nella assoluta trasparenza dara' risposte e operera' gli interventi più' adeguati". "Abbiamo notizia - ha ripetuto il presidente della Cei - di un centinaio di casi in dieci anni e al momento non sono in grado precisare lo stato degli atti di caiscun procedimento canonico, ma come Cei daremo le informazioni che ci perverranno. Preciso - ha aggiunto - che la prima preoccupazione dei pastori, lo dice il loro cuore e lo dicono le linee guida, e' il bene vero delle singole vittime. Non e' questo - ha chiarito il porproato - solo un enunciato ovvio, perche' le situazioni possono essere diversificate a seconda delle persone che hanno subito abusi".
In proposito il card. Bagnasco ha anche risposto a una domanda riguardo a affermazioni dell'Osservatore Romano e del suo direttore Giovanni Maria Vian, sottolineando la sintonia con la linea adottata anche dalla Cei e escludendo che vi fossero implicitamente delle critiche. (AGI) .
http://www.agi.it/cronaca-2010/notizie/201005281447-cro-rt10188-pedofilia_bagnasco_reato_terrificante_mai_piu_coperture
ARTICOLI RIGUARDO ABUSI DENTRO LA CHIESA CATTOLICA
domenica 30 maggio 2010
mercoledì 26 maggio 2010
Pedofilia: arrestato sacerdote nel milanese
Pedofilia: arrestato sacerdote nel milanese
L'uomo, di 73 anni, è accusato di aver avuto rapporti sessuali con un ragazzino
25 maggio, 20:57
MILANO, 25 MAG - Un sacerdote di 73 anni della Diocesi di Lodi, Domenico Pezzini è stato arrestato con l'accusa di pedofilia. Il sacerdote, arrestato ieri (ma la notizia si è appresa solo oggi) dagli agenti della Squadra Mobile di Milano, è accusato di aver avuto rapporti sessuali con un ragazzino che all'epoca degli abusi aveva 13 anni (ora la presunta vittima ne ha 16). Nel corso di una perquisizione in casa sua, gli agenti avrebbero anche trovato materiale pedopornografico.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/05/25/visualizza_new.html_1816021105.html
L'uomo, di 73 anni, è accusato di aver avuto rapporti sessuali con un ragazzino
25 maggio, 20:57
MILANO, 25 MAG - Un sacerdote di 73 anni della Diocesi di Lodi, Domenico Pezzini è stato arrestato con l'accusa di pedofilia. Il sacerdote, arrestato ieri (ma la notizia si è appresa solo oggi) dagli agenti della Squadra Mobile di Milano, è accusato di aver avuto rapporti sessuali con un ragazzino che all'epoca degli abusi aveva 13 anni (ora la presunta vittima ne ha 16). Nel corso di una perquisizione in casa sua, gli agenti avrebbero anche trovato materiale pedopornografico.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/05/25/visualizza_new.html_1816021105.html
Preti pedofili, "cento in Italia"
Preti pedofili, "cento in Italia"
25/5/2010
La Cei: "Rilevati negli ultimi 10 anni"
I casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti "rilevati in Italia con procedimenti canonici nell'ultimo decennio" sono "un centinaio", secondo quanto riferito dal segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata. Si tratta, secondo il prelato, di "un dato che indica il quadro complessivo della situazione", ricordando che "anche un solo caso è sempre di troppo". In Italia, comunque, "non c'è bisogno di alcuna commissione speciale".
Secondo monsignor Crociata, "le indicazioni del Papa ai cattolici irlandesi e le linee-guida della Congregazione per la Dottrina della fede contengono tutti gli elementi necessari per continuare ad affrontare i casi che si presentano", motivo per cui una commissione simile a quella istituita dalla conferenza episcopale tedesca sarebbe inutile in Italia. Il numero due della Cei ha sottolineato che dal punto di vista canonico la Congregazione dell'ex Sant'Uffizio e da quello civile le autorità competenti "hanno nei responsabili della vita della chiesa tutta la collaborazione possibile per accertare la verità dei fatti".
Crociata ha quindi ribadito che "la normativa italiana non prevede l'obbligo di denuncia. Evidentemente questo non esclude, ma anzi richiede e prevede per nostra specifica iniziativa, che ci siano tutta la collaborazione e la cooperazione per rendere possibile l'accertamento dei fatti, incoraggiando le denunce da parte di chi è a conoscenza e di chi ha subito eventuali abusi". Che un vescovo possa essere chiamato a testimoniare, ha concluso il segretario della Cei con riferimento al processo in corso a un sacerdote nel Lazio "è un fatto del tutto ordinario, nella misura in cui egli sia a conoscenza dei fatti".
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo482467.shtml
25/5/2010
La Cei: "Rilevati negli ultimi 10 anni"
I casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti "rilevati in Italia con procedimenti canonici nell'ultimo decennio" sono "un centinaio", secondo quanto riferito dal segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata. Si tratta, secondo il prelato, di "un dato che indica il quadro complessivo della situazione", ricordando che "anche un solo caso è sempre di troppo". In Italia, comunque, "non c'è bisogno di alcuna commissione speciale".
Secondo monsignor Crociata, "le indicazioni del Papa ai cattolici irlandesi e le linee-guida della Congregazione per la Dottrina della fede contengono tutti gli elementi necessari per continuare ad affrontare i casi che si presentano", motivo per cui una commissione simile a quella istituita dalla conferenza episcopale tedesca sarebbe inutile in Italia. Il numero due della Cei ha sottolineato che dal punto di vista canonico la Congregazione dell'ex Sant'Uffizio e da quello civile le autorità competenti "hanno nei responsabili della vita della chiesa tutta la collaborazione possibile per accertare la verità dei fatti".
Crociata ha quindi ribadito che "la normativa italiana non prevede l'obbligo di denuncia. Evidentemente questo non esclude, ma anzi richiede e prevede per nostra specifica iniziativa, che ci siano tutta la collaborazione e la cooperazione per rendere possibile l'accertamento dei fatti, incoraggiando le denunce da parte di chi è a conoscenza e di chi ha subito eventuali abusi". Che un vescovo possa essere chiamato a testimoniare, ha concluso il segretario della Cei con riferimento al processo in corso a un sacerdote nel Lazio "è un fatto del tutto ordinario, nella misura in cui egli sia a conoscenza dei fatti".
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo482467.shtml
Scomunicato il frate di Medjugorje
Scomunicato il frate di Medjugorje
30/7/2009
Sesso ed eresia nel santuario mariano
Il frate Tomislav Vlasic, padre spirituale dei sei ragazzini di Medjugorje che nel 1981 riferirono di vedere la Madonna, è stato espulso dall'ordine dei francescani. E' minacciato di scomunica da parte del Papa con le accuse infamanti di eresia, manipolazione delle coscienze, misticismo sospetto e sesso con una suora. Vlasic ha giocato d'anticipo dando formalmente le dimissioni a marzo, anche se la notizia è trapelata solo in questi giorni.
Un brutto colpo per l'immagine di Medjugorje, paesino dimenticato sulle colline dell' Erzegovina, divenuto dagli inizi degli anni Ottanta uno dei santuari mariani più frequentati del mondo, una calamita per milioni di devoti che vi si recano nonostante la Chiesa non l'abbia mai riconosciuto come sede di eventi "soprannaturali". Anzi il Vaticano ha guardato sempre con diffidenza a quelle apparizioni mariane così puntuali, ogni giorno alle 17, che continuano tuttora, almeno a sentire i racconti dei veggenti.
Le accuse mosse da Benedetto XVI, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, contro il padre spirituale del grande fenomeno mistico sono gravissime: "Diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il "sextum" (contro il Sesto comandamento di non commettere adulterio)". A renderle ancora più fosche vi è una frase dell'ex dicastero di Ratzinger che ha il sapore di una sentenza: i peccati di cui è imputato il frate sono stati commessi "nel contesto del fenomeno di Medjugorje".
Nel 1985, Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, proibì ogni pellegrinaggio ufficiale, diocesano o parrocchiale al sito religioso. Il quotidiano di Sarajevo Dnevni Avaz ha affermato che il frate è stato espulso dal suo ordine. Da Roma, i francescani negano però che il decreto sia mai diventato esecutivo, in quanto Vlasic, di fronte alla minaccia di scomunica, ha chiesto la riduzione allo stato laicale.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo456520.shtml
30/7/2009
Sesso ed eresia nel santuario mariano
Il frate Tomislav Vlasic, padre spirituale dei sei ragazzini di Medjugorje che nel 1981 riferirono di vedere la Madonna, è stato espulso dall'ordine dei francescani. E' minacciato di scomunica da parte del Papa con le accuse infamanti di eresia, manipolazione delle coscienze, misticismo sospetto e sesso con una suora. Vlasic ha giocato d'anticipo dando formalmente le dimissioni a marzo, anche se la notizia è trapelata solo in questi giorni.
Un brutto colpo per l'immagine di Medjugorje, paesino dimenticato sulle colline dell' Erzegovina, divenuto dagli inizi degli anni Ottanta uno dei santuari mariani più frequentati del mondo, una calamita per milioni di devoti che vi si recano nonostante la Chiesa non l'abbia mai riconosciuto come sede di eventi "soprannaturali". Anzi il Vaticano ha guardato sempre con diffidenza a quelle apparizioni mariane così puntuali, ogni giorno alle 17, che continuano tuttora, almeno a sentire i racconti dei veggenti.
Le accuse mosse da Benedetto XVI, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, contro il padre spirituale del grande fenomeno mistico sono gravissime: "Diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il "sextum" (contro il Sesto comandamento di non commettere adulterio)". A renderle ancora più fosche vi è una frase dell'ex dicastero di Ratzinger che ha il sapore di una sentenza: i peccati di cui è imputato il frate sono stati commessi "nel contesto del fenomeno di Medjugorje".
Nel 1985, Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, proibì ogni pellegrinaggio ufficiale, diocesano o parrocchiale al sito religioso. Il quotidiano di Sarajevo Dnevni Avaz ha affermato che il frate è stato espulso dal suo ordine. Da Roma, i francescani negano però che il decreto sia mai diventato esecutivo, in quanto Vlasic, di fronte alla minaccia di scomunica, ha chiesto la riduzione allo stato laicale.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo456520.shtml
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mercoledì 19 maggio 2010
Autorizza aborto, suora scomunicata
Autorizza aborto, suora scomunicata
19/5/2010
Usa,la paziente era in pericolo di vita
Suor Margaret McBrid, membro della commissione etica di un ospedale cattolico di Phoenix, è stata scomunicata e trasferita per aver autorizzato un aborto di una paziente gravemente malata. L'intervento era stato ritenuto necessario dai medici per salvarle la vita, ma il comportamento della religiosa è stato duramente stigmatizzato dal vescovo Thomas Olmsted, capo della diocesi di Phoenix secondo cui un aborto non è ammissibile, in nessuna circostanza.
Tutto è avvenuto al St. Joseph's Hospital and Medical Center della città dell'Arizona. La decisione, oltre alla suora, ha coinvolto i medici della struttura e la paziente stessa. L'aborto si è reso necessario a causa delle gravi condizioni di salute della donna, ma l'interruzione di gravidanza non è piaciuta affatto al vescovo di Phoenix, che ha prontamente scomunicato e trasferito la religiosa, rea, a suo avviso, di aver avallato l'operazione.
In un comunicato, la diocesi ha spiegato che suor McBride è stata scomunicata perché "aveva una posizione di autorità nell'ospedale ed era frequentemente consultata su questioni etiche". "La suora ha dato il suo consenso sostenendo che l'aborto era moralmente accettabile secondo la dottrina della Chiesa, un fatto che lei stessa ha personalmente ammesso con il vescovo Olmsted", si legge ancora nel documento.
Insieme alla McBride sono state scomunicate "tutte le persone che all'ospedale hanno avuto un ruolo nell'aborto". Il St. Joseph è l'ospedale più antico e uno dei più importanti di Phoenix. La paziente era incinta all'undicesima settimana e soffriva di una malattia rara e potenzialmente letale, l'ipertensione polmonare, che può essere aggravata da una gravidanza. La malattia limita la capacita' del cuore e dei polmoni di funzionare normalmente. Quando è stato deciso di procedere all'aborto, le sue condizioni erano notevolmente peggiorate e il comitato etico dell'ospedale aveva giudicato necessario interrompere la gravidanza per salvarle la vita.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo481924.shtml
19/5/2010
Usa,la paziente era in pericolo di vita
Suor Margaret McBrid, membro della commissione etica di un ospedale cattolico di Phoenix, è stata scomunicata e trasferita per aver autorizzato un aborto di una paziente gravemente malata. L'intervento era stato ritenuto necessario dai medici per salvarle la vita, ma il comportamento della religiosa è stato duramente stigmatizzato dal vescovo Thomas Olmsted, capo della diocesi di Phoenix secondo cui un aborto non è ammissibile, in nessuna circostanza.
Tutto è avvenuto al St. Joseph's Hospital and Medical Center della città dell'Arizona. La decisione, oltre alla suora, ha coinvolto i medici della struttura e la paziente stessa. L'aborto si è reso necessario a causa delle gravi condizioni di salute della donna, ma l'interruzione di gravidanza non è piaciuta affatto al vescovo di Phoenix, che ha prontamente scomunicato e trasferito la religiosa, rea, a suo avviso, di aver avallato l'operazione.
In un comunicato, la diocesi ha spiegato che suor McBride è stata scomunicata perché "aveva una posizione di autorità nell'ospedale ed era frequentemente consultata su questioni etiche". "La suora ha dato il suo consenso sostenendo che l'aborto era moralmente accettabile secondo la dottrina della Chiesa, un fatto che lei stessa ha personalmente ammesso con il vescovo Olmsted", si legge ancora nel documento.
Insieme alla McBride sono state scomunicate "tutte le persone che all'ospedale hanno avuto un ruolo nell'aborto". Il St. Joseph è l'ospedale più antico e uno dei più importanti di Phoenix. La paziente era incinta all'undicesima settimana e soffriva di una malattia rara e potenzialmente letale, l'ipertensione polmonare, che può essere aggravata da una gravidanza. La malattia limita la capacita' del cuore e dei polmoni di funzionare normalmente. Quando è stato deciso di procedere all'aborto, le sue condizioni erano notevolmente peggiorate e il comitato etico dell'ospedale aveva giudicato necessario interrompere la gravidanza per salvarle la vita.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo481924.shtml
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lunedì 17 maggio 2010
Anemone,una pista porta in Vaticano
Anemone,una pista porta in Vaticano
17/5/2010
Fondi neri,pronta rogatoria sullo Ior
I magistrati delle procure di Firenze e Roma che indagano sulle operazioni del costruttore Diego Anemone stanno valutando se chiedere una rogatoria al Vaticano per poter accedere alla banca dello Ior. Dall'istituto di credito della Chiesa, dove Angelo Balducci è titolare di un conto, potrebbero essere transitati "fondi neri" serviti per pagare mazzette per ottenere appalti e per costruire appartamenti per clienti importanti, compresi prelati.
Balducci e la Propaganda Fide
Nella "lista" di Anemone molti indirizzi fanno capo alla Propaganda Fide, la congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Angelo Balducci, il potente presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e socio di Anemone nella Immobilpigna Srl, avrebbe avuto un conto allo Ior in virtù del suo duplice ruolo nella congregazione: di "consultore" e supervisore del suo immenso patrimonio immobiliare (appartamenti e palazzi stimati 6 miliardi di euro), oltre che Gentiluomo di Sua Santità.
Balducci rivelò di avere il conto alla banca vaticana qualche anno fa al pm di Potenza, Henry John Woodcock, che indagava sugli affari di Vittorio Emanuele di Savoia. In un'intercettazione il magistrato apprese che Balducci aveva inviato un bonifico a monsignor Franco Camaldo, cerimoniere pontificio coinvolto anche nell’inchiesta sui Grandi Appalti.
I supposti legami con il Vaticano non finiscono qui. Il capitale di Anemone sarebbe detenuto nei conti della Banca delle Marche intestati a don Evaldo Biasini, economo della congregazione del Preziosissimo sangue che fungeva da cassiere per l’imprenditore.
La cosiddetta "cricca" - ipotizzano gli inquirenti - potrebbe quindi aver fatto transitare dalla banca pontificia fondi poi utilizzati per operazioni poco pulite. In Vaticano non sono in vigore le direttive europee antiriciclaggio, alle quali le alte gerarchie ecclesiastiche hanno promesso di adeguarsi rapidamente. Ma senza vincoli.
Firme false sulla Dia
Altro punto sul quale si concentrano le indagini delle due procure è l'ipotesi che Diego Anemone abbia falsificato le firme sui documenti della Dia, Denunce di inizio attività, necessarie in caso di ristrutturazioni o costruzioni di immobili. Si tratta di una delle contestazioni cui dovrà rispondere l'architetto Angelo Zampolini. Fu lui che gestì per conto di Anemone l'acquisto delle case per il ministro Claudio Scajola, il generale dei sedrvizi segreti Francesco Pittorru.
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo481728.shtml
17/5/2010
Fondi neri,pronta rogatoria sullo Ior
I magistrati delle procure di Firenze e Roma che indagano sulle operazioni del costruttore Diego Anemone stanno valutando se chiedere una rogatoria al Vaticano per poter accedere alla banca dello Ior. Dall'istituto di credito della Chiesa, dove Angelo Balducci è titolare di un conto, potrebbero essere transitati "fondi neri" serviti per pagare mazzette per ottenere appalti e per costruire appartamenti per clienti importanti, compresi prelati.
Balducci e la Propaganda Fide
Nella "lista" di Anemone molti indirizzi fanno capo alla Propaganda Fide, la congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Angelo Balducci, il potente presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e socio di Anemone nella Immobilpigna Srl, avrebbe avuto un conto allo Ior in virtù del suo duplice ruolo nella congregazione: di "consultore" e supervisore del suo immenso patrimonio immobiliare (appartamenti e palazzi stimati 6 miliardi di euro), oltre che Gentiluomo di Sua Santità.
Balducci rivelò di avere il conto alla banca vaticana qualche anno fa al pm di Potenza, Henry John Woodcock, che indagava sugli affari di Vittorio Emanuele di Savoia. In un'intercettazione il magistrato apprese che Balducci aveva inviato un bonifico a monsignor Franco Camaldo, cerimoniere pontificio coinvolto anche nell’inchiesta sui Grandi Appalti.
I supposti legami con il Vaticano non finiscono qui. Il capitale di Anemone sarebbe detenuto nei conti della Banca delle Marche intestati a don Evaldo Biasini, economo della congregazione del Preziosissimo sangue che fungeva da cassiere per l’imprenditore.
La cosiddetta "cricca" - ipotizzano gli inquirenti - potrebbe quindi aver fatto transitare dalla banca pontificia fondi poi utilizzati per operazioni poco pulite. In Vaticano non sono in vigore le direttive europee antiriciclaggio, alle quali le alte gerarchie ecclesiastiche hanno promesso di adeguarsi rapidamente. Ma senza vincoli.
Firme false sulla Dia
Altro punto sul quale si concentrano le indagini delle due procure è l'ipotesi che Diego Anemone abbia falsificato le firme sui documenti della Dia, Denunce di inizio attività, necessarie in caso di ristrutturazioni o costruzioni di immobili. Si tratta di una delle contestazioni cui dovrà rispondere l'architetto Angelo Zampolini. Fu lui che gestì per conto di Anemone l'acquisto delle case per il ministro Claudio Scajola, il generale dei sedrvizi segreti Francesco Pittorru.
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo481728.shtml
Pedofilia:risarcimento da chiesa Vermont
Pedofilia:risarcimento da chiesa Vermont
20 mln a vittime per una trentina di casi che coinvolgono preti
15 maggio, 09:28
(ANSA) - WASHINGTON, 15 MAG - La Chiesa cattolica del Vermont paghera' 20 milioni di dollari di risarcimento per una trentina di casi riguardanti preti pedofili. L'accordo prevede un risarcimento per 17,65 milioni di dollari nei confronti di 26 persone che avevano collettivamente presentato denuncia, che ora sara' lasciata cadere. L'intesa prevede un ulteriore risarcimento di circa 3 milioni di dollari per non procedere con una serie di altre cause che aveva gia' raggiunto l'appello.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/05/15/visualizza_new.html_1792956977.html
20 mln a vittime per una trentina di casi che coinvolgono preti
15 maggio, 09:28
(ANSA) - WASHINGTON, 15 MAG - La Chiesa cattolica del Vermont paghera' 20 milioni di dollari di risarcimento per una trentina di casi riguardanti preti pedofili. L'accordo prevede un risarcimento per 17,65 milioni di dollari nei confronti di 26 persone che avevano collettivamente presentato denuncia, che ora sara' lasciata cadere. L'intesa prevede un ulteriore risarcimento di circa 3 milioni di dollari per non procedere con una serie di altre cause che aveva gia' raggiunto l'appello.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/05/15/visualizza_new.html_1792956977.html
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Non ci sono solo i luterani… Anche il cardinale di Vienna “apre” alle coppie gay
Non ci sono solo i luterani… Anche il cardinale di Vienna “apre” alle coppie gay
Il Card. Shoenborn, “considerato uomo molto vicino a Ratzinger” (Il Secolo XIX, 05/05/2010)
Il cardinale Schoenborn “apre” anche alle coppie gay e ai divorziati
e attacca Sodano
di Francesco Peloso
LE RECENTI parole pronunciate dal decano del Sacro Collegio cardinalizio, il cardinale Angelo Sodano, in occasione della messa di Pasqua, sono da considerarsi «una grave violazione nei confronti delle vittime degli abusi sessuali».
E’ questo il duro giudizio del cardinale di Vienna, Christoph Schoenborn, in relazione alle affermazioni compiute dall’ex Segretario di Stato nel corso della celebrazione pasquale durante la quale, rivolgendosi al Papa, definì «chiacchiericcio» le polemiche intorno allo scandalo degli abusi nella Chiesa.
Non solo: Schoenborn, considerato uomo molto vicino a Ratzinger, ha confermato che Sodano «impedì l’istruzione di un’indagine sul caso del cardinale Groer 15 anni fa», cosa che invece voleva fare l’allora cardinale Joseph Ratzinger.
La vicenda è quella relativa all’arcivescovo di Vienna Hans Groer, coinvolto negli anni ‘90 in una vicenda di abusi sessuali che, successivamente, lo costrinse alle dimissioni.
Quello di Schoenborn è un “uno-due” senza precedenti, del resto il cardinale si sta distinguendo per la fermezza e l’apertura ai laici nella gestione dello scandalo pedofilia.
Ma il fatto di chiamare direttamente in causa Sodano, uno degli uomini chiave del pontificato di Giovanni Paolo II, costituisce un salto di qualità nel dibattito interno alla Chiesa anche perché Schoenborn, contestualmente, invoca una riforma della Curia troppo chiusa e poco sensibile alla voce delle chiese locali. L’arcivescovo di Vienna, teologo autorevole e uomo di contatto con l’oriente, parlando con la stampa ha anche spiegato che la crisi in corso «in una scala da 1 a 5 ha una gravità pari a 3», mentre in Irlanda si può dire che ha assunto connotati «catastrofici», e in Austria i fedeli stanno uscendo in massa dalla Chiesa cattolica. Per questo ha deciso di lanciare l’allarme.
Schoenborn ha anche affermato che nella Chiesa, in materia di abusi sessuali, «è finito il tempo delle coperture». Ha poi sottolineato che «è necessario costruire un sistema aperto» perché è nelle strutture chiuse che si possono generare i fenomeni di abuso. Inoltre il porporato austriaco ha messo in luce l’importanza del ruolo dei laici nella denuncia dello scandalo e in particolare delle donne. Poi un’altra bordata contro Roma: Schoenbron ha infatti rilevato come non sia un mistero che la Curia vaticana abbia bisogno «di un’ urgente riforma» secondo i criteri dell’internazionalizzazione.
Significative anche le affermazioni del cardinale in materia di etica e morale, soprattutto per l’apertura sulle coppie gay e sui divorziati risposati. «In tema di omosessualità? ha detto – si deve considerare anche la qualità di una relazione» e, se questo elemento c’è, «se ne può parlare con apprezzamento. Una relazione stabile è sicuramente meglio di un modo di vivere nel quale prevale la promiscuità». E’ dunque una piccola bomba quella lanciata da uno dei cardinali più autorevoli della Chiesa di Roma che, evidentemente, intravede i segni di una crisi grave in quanto sta accadendo.
Anche sui divorziati-risposati l’arcivescovo di Vienna sprona la Chiesa a cercare una nuova visione, in quanto in passato i matrimoni duravano a lungo ma ora non è più così.
Fonte: Il Secolo XIX, 5 maggio 2010
Questo articolo é stato pubblicato 6 maggio 2010, 11:31 ed é archiviato sotto Attualità. Resta aggiornato attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento oppure inviare un trackback dal tuo sito.
http://www.agerecontra.it/public/press/?p=4375
Il Card. Shoenborn, “considerato uomo molto vicino a Ratzinger” (Il Secolo XIX, 05/05/2010)
Il cardinale Schoenborn “apre” anche alle coppie gay e ai divorziati
e attacca Sodano
di Francesco Peloso
LE RECENTI parole pronunciate dal decano del Sacro Collegio cardinalizio, il cardinale Angelo Sodano, in occasione della messa di Pasqua, sono da considerarsi «una grave violazione nei confronti delle vittime degli abusi sessuali».
E’ questo il duro giudizio del cardinale di Vienna, Christoph Schoenborn, in relazione alle affermazioni compiute dall’ex Segretario di Stato nel corso della celebrazione pasquale durante la quale, rivolgendosi al Papa, definì «chiacchiericcio» le polemiche intorno allo scandalo degli abusi nella Chiesa.
Non solo: Schoenborn, considerato uomo molto vicino a Ratzinger, ha confermato che Sodano «impedì l’istruzione di un’indagine sul caso del cardinale Groer 15 anni fa», cosa che invece voleva fare l’allora cardinale Joseph Ratzinger.
La vicenda è quella relativa all’arcivescovo di Vienna Hans Groer, coinvolto negli anni ‘90 in una vicenda di abusi sessuali che, successivamente, lo costrinse alle dimissioni.
Quello di Schoenborn è un “uno-due” senza precedenti, del resto il cardinale si sta distinguendo per la fermezza e l’apertura ai laici nella gestione dello scandalo pedofilia.
Ma il fatto di chiamare direttamente in causa Sodano, uno degli uomini chiave del pontificato di Giovanni Paolo II, costituisce un salto di qualità nel dibattito interno alla Chiesa anche perché Schoenborn, contestualmente, invoca una riforma della Curia troppo chiusa e poco sensibile alla voce delle chiese locali. L’arcivescovo di Vienna, teologo autorevole e uomo di contatto con l’oriente, parlando con la stampa ha anche spiegato che la crisi in corso «in una scala da 1 a 5 ha una gravità pari a 3», mentre in Irlanda si può dire che ha assunto connotati «catastrofici», e in Austria i fedeli stanno uscendo in massa dalla Chiesa cattolica. Per questo ha deciso di lanciare l’allarme.
Schoenborn ha anche affermato che nella Chiesa, in materia di abusi sessuali, «è finito il tempo delle coperture». Ha poi sottolineato che «è necessario costruire un sistema aperto» perché è nelle strutture chiuse che si possono generare i fenomeni di abuso. Inoltre il porporato austriaco ha messo in luce l’importanza del ruolo dei laici nella denuncia dello scandalo e in particolare delle donne. Poi un’altra bordata contro Roma: Schoenbron ha infatti rilevato come non sia un mistero che la Curia vaticana abbia bisogno «di un’ urgente riforma» secondo i criteri dell’internazionalizzazione.
Significative anche le affermazioni del cardinale in materia di etica e morale, soprattutto per l’apertura sulle coppie gay e sui divorziati risposati. «In tema di omosessualità? ha detto – si deve considerare anche la qualità di una relazione» e, se questo elemento c’è, «se ne può parlare con apprezzamento. Una relazione stabile è sicuramente meglio di un modo di vivere nel quale prevale la promiscuità». E’ dunque una piccola bomba quella lanciata da uno dei cardinali più autorevoli della Chiesa di Roma che, evidentemente, intravede i segni di una crisi grave in quanto sta accadendo.
Anche sui divorziati-risposati l’arcivescovo di Vienna sprona la Chiesa a cercare una nuova visione, in quanto in passato i matrimoni duravano a lungo ma ora non è più così.
Fonte: Il Secolo XIX, 5 maggio 2010
Questo articolo é stato pubblicato 6 maggio 2010, 11:31 ed é archiviato sotto Attualità. Resta aggiornato attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento oppure inviare un trackback dal tuo sito.
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La Curia di Verona chiede perdono per i tradizionalisti e tace sui luterani benedicenti le coppie omosex, occupanti la chiesa del co-patrono S. Pietro
La Curia di Verona chiede perdono per i tradizionalisti e tace sui luterani benedicenti le coppie omosex, occupanti la chiesa del co-patrono S. Pietro Martire
La Diocesi di Verona, come si legge nel comunicato qui a lato riportato, tratto dal sito della Curia (a fianco) si dissocia e chiede perdono per la Messa di riparazione contemporanea alla visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma e per il Rosario di riparazione con relativo atto dimostrativo organizzato dal “Comitato perché la chiesa di San Pietro Martire resti cattolica e contro il relativismo religioso” in occasione della visita di Ratzinger al tempio luterano di Roma. Notiamo con dispiacere che, mentre le legittime manifestazioni nei confronti di atti d’apostasia vengono stigmatizzate pubblicamente dalla Curia scaligera e si ha addirittura l’ardire di chiedere perdono per esse, ribadendo, (e meno male!) fedeltà e obbedienza non alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ma al Concilio Vaticano II, invece nei confronti degli eretici luterani, occupanti con placet curiale la chiesa del co-patrono di Verona San Pietro Martire e benedicenti le unioni omosex, non si dice nulla. Anzi, per il momento li si “premia” (?) addirittura con una proroga della concessione della chiesa di S. Pietro Martire fino a Settembre. A buon intenditor…
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Affermazioni contro il santo Padre
Comunicato
L’Ufficio “Ecumenismo e Dialogo” legge con dispiacere le affermazioni contro Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, da parte del “Comitato perchè la chiesa di san Pietro martire resti cattolica e contro il relativismo religioso”, contenute nella cronaca della manifestazione tenutasi il 14 marzo 2010 – rinvenibili qui - e nel volantino distribuito in quell’occasione – visionabile qui).
L’Ufficio si dissocia decisamente dai giudizi ivi espressi sull’operato del Pontefice e sulla sua testimonianza. Nel chiedere perdono al santo Padre per le gravi affermazioni di cui è fatto oggetto, questo Ufficio rinnova a Benedetto XVI stima e fiducia; ribadisce fedeltà e obbedienza ai suoi insegnamenti e a quelli del Concilio Vaticano II.
Questo articolo é stato pubblicato 13 maggio 2010, 08:13 ed é archiviato sotto "MANI PULITE". Resta aggiornato attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento oppure inviare un trackback dal tuo sito.
http://www.agerecontra.it/public/press/?p=4451
La Diocesi di Verona, come si legge nel comunicato qui a lato riportato, tratto dal sito della Curia (a fianco) si dissocia e chiede perdono per la Messa di riparazione contemporanea alla visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma e per il Rosario di riparazione con relativo atto dimostrativo organizzato dal “Comitato perché la chiesa di San Pietro Martire resti cattolica e contro il relativismo religioso” in occasione della visita di Ratzinger al tempio luterano di Roma. Notiamo con dispiacere che, mentre le legittime manifestazioni nei confronti di atti d’apostasia vengono stigmatizzate pubblicamente dalla Curia scaligera e si ha addirittura l’ardire di chiedere perdono per esse, ribadendo, (e meno male!) fedeltà e obbedienza non alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ma al Concilio Vaticano II, invece nei confronti degli eretici luterani, occupanti con placet curiale la chiesa del co-patrono di Verona San Pietro Martire e benedicenti le unioni omosex, non si dice nulla. Anzi, per il momento li si “premia” (?) addirittura con una proroga della concessione della chiesa di S. Pietro Martire fino a Settembre. A buon intenditor…
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Affermazioni contro il santo Padre
Comunicato
L’Ufficio “Ecumenismo e Dialogo” legge con dispiacere le affermazioni contro Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, da parte del “Comitato perchè la chiesa di san Pietro martire resti cattolica e contro il relativismo religioso”, contenute nella cronaca della manifestazione tenutasi il 14 marzo 2010 – rinvenibili qui - e nel volantino distribuito in quell’occasione – visionabile qui).
L’Ufficio si dissocia decisamente dai giudizi ivi espressi sull’operato del Pontefice e sulla sua testimonianza. Nel chiedere perdono al santo Padre per le gravi affermazioni di cui è fatto oggetto, questo Ufficio rinnova a Benedetto XVI stima e fiducia; ribadisce fedeltà e obbedienza ai suoi insegnamenti e a quelli del Concilio Vaticano II.
Questo articolo é stato pubblicato 13 maggio 2010, 08:13 ed é archiviato sotto "MANI PULITE". Resta aggiornato attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento oppure inviare un trackback dal tuo sito.
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lunedì 3 maggio 2010
MACERATA. FIRME CONTRO I SERMONI SUI GAY
MACERATA. FIRME CONTRO I SERMONI SUI GAY
Nel mirino dei parrocchiani le prediche di padre Alberto su omosessuali e divorziati
sabato 01 maggio 2010 , di Corriere Adriatico
Montefano Polemica religiosa a Montefano. Protagoniste due chiese cittadine: la collegiata di San Donato, che vanta il titolo di parrocchia, e la chiesa dei Servi di Maria, che ospita il Centro studi biblici Vannucci. Qualcuno in città punta il dito contro le prediche che il direttore del Centro studi biblici, padre Alberto Maggi, fa dal pulpito della chiesa, sui media nazionali e sul sito Web del Centro studi (che ha una media di contatti giornalieri da record). Le contestazioni sono legate agli interventi di padre Maggi, definiti "fuorvianti". In particolare per quanto riguarda la presa di posizione di padre Alberto sul tema dell'omosessualità, durante una diretta di Rai News 24. "Ho semplicemente detto dice padre Alberto - che gli omosessuali, un tempo criminalizzati, poi definiti malati e oggi diversi, dovrebbero ricevere un altro tipo di attenzione da parte della Chiesa, in quanto creature di questo mondo". Dichiarazioni che hanno scatenato polemiche e dure prese di posizione da parte di qualche fedele.
La contestazione si è poi diretta verso alcune prediche in cui sono state criticate le gerarchie della Chiesa e verso le recenti considerazioni apparse sul Web, sul tema del divorzio. "La Chiesa - continua padre Alberto - perdona i criminali che commettono omicidi ma non chi è divorziato. A loro è vietata l'Eucarestia".
Il centro studi Vannucci di Montefano in questi ultimi mesi ha fatto registrare un boom di presenze: dalle seicento alle settecento al mese. Pellegrini provenienti da tutta Europa, con tanto di pullman e viaggi organizzati. "Tutto questo come si spiega? - dice padre Alberto- . Forse non è poi così sbagliato il messaggio che diffondiamo e che dà speranza a tanta gente che arriva qui. Forse a qualcuno questo da fastidio e si organizzano contestazioni che comunque non ci toccano minimamente".
Intanto a Montefano è in corso una raccolta firme contro il Centro studi, da inviare alla diocesi di Macerata. "E' una contestazione rivolta alla strana catechesi attuata dal Centro - dicono i promotori - senza nessuna preclusione o accuse verso le singole persone e con tutto il rispetto per un'istituzione, quella dei Servi di Maria, presente da secoli a Montefano, con tradizioni religiose fortemente radicate nel territorio". Polemiche che non finiranno qui. "Siamo pronti a tutto - replica padre Alberto - per dimostrare che i nostri punti di riferimento sono solo la Bibbia e il Vangelo".
Giovanni Fermani,
http://www.gaynews.it/view.php?ID=84600
Nel mirino dei parrocchiani le prediche di padre Alberto su omosessuali e divorziati
sabato 01 maggio 2010 , di Corriere Adriatico
Montefano Polemica religiosa a Montefano. Protagoniste due chiese cittadine: la collegiata di San Donato, che vanta il titolo di parrocchia, e la chiesa dei Servi di Maria, che ospita il Centro studi biblici Vannucci. Qualcuno in città punta il dito contro le prediche che il direttore del Centro studi biblici, padre Alberto Maggi, fa dal pulpito della chiesa, sui media nazionali e sul sito Web del Centro studi (che ha una media di contatti giornalieri da record). Le contestazioni sono legate agli interventi di padre Maggi, definiti "fuorvianti". In particolare per quanto riguarda la presa di posizione di padre Alberto sul tema dell'omosessualità, durante una diretta di Rai News 24. "Ho semplicemente detto dice padre Alberto - che gli omosessuali, un tempo criminalizzati, poi definiti malati e oggi diversi, dovrebbero ricevere un altro tipo di attenzione da parte della Chiesa, in quanto creature di questo mondo". Dichiarazioni che hanno scatenato polemiche e dure prese di posizione da parte di qualche fedele.
La contestazione si è poi diretta verso alcune prediche in cui sono state criticate le gerarchie della Chiesa e verso le recenti considerazioni apparse sul Web, sul tema del divorzio. "La Chiesa - continua padre Alberto - perdona i criminali che commettono omicidi ma non chi è divorziato. A loro è vietata l'Eucarestia".
Il centro studi Vannucci di Montefano in questi ultimi mesi ha fatto registrare un boom di presenze: dalle seicento alle settecento al mese. Pellegrini provenienti da tutta Europa, con tanto di pullman e viaggi organizzati. "Tutto questo come si spiega? - dice padre Alberto- . Forse non è poi così sbagliato il messaggio che diffondiamo e che dà speranza a tanta gente che arriva qui. Forse a qualcuno questo da fastidio e si organizzano contestazioni che comunque non ci toccano minimamente".
Intanto a Montefano è in corso una raccolta firme contro il Centro studi, da inviare alla diocesi di Macerata. "E' una contestazione rivolta alla strana catechesi attuata dal Centro - dicono i promotori - senza nessuna preclusione o accuse verso le singole persone e con tutto il rispetto per un'istituzione, quella dei Servi di Maria, presente da secoli a Montefano, con tradizioni religiose fortemente radicate nel territorio". Polemiche che non finiranno qui. "Siamo pronti a tutto - replica padre Alberto - per dimostrare che i nostri punti di riferimento sono solo la Bibbia e il Vangelo".
Giovanni Fermani,
http://www.gaynews.it/view.php?ID=84600
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