ARTICOLI RIGUARDO ABUSI DENTRO LA CHIESA CATTOLICA

sabato 18 aprile 2009

«Ecco i nomi dei Vescovi massoni»

Dai documenti di don Luigi Villa un’inquietante contaminazione
all’interno della Chiesa cattolica

Le tonache con il “grembiulino”


Le accuse di un vecchio
prete lombardo: «Ecco i nomi dei Vescovi massoni»


di Giorgio Del Re


Il mondo è governato da tutt’altri personaggi che neppure immaginano
coloro il cui occhio non giunge dietro le quinte. (Benjamin Disraeli,
primo ministro britannico) Ieri abbiamo visto come l’Islam, troppo
superficialmente etichettato dai mass-media come religione
“tradizionale” e fanaticamente avversa all’ideologia moderna
occidentale (e quindi illuminista e materialista), sia in realtà
infiltrato da importanti esponenti e seguaci di un determinato tipo di
massoneria.


Oggi, saccheggiando a piene mani dall’enorme documentazione messa a
disposizione dei lettori dal battagliero don Luigi Villa attraverso la
sua casa editrice (Civiltà) e il suo periodico Chiesa viva (Via
Galileo Galilei 121, Brescia, telefono e fax: 030 - 3700003),
affrontiamo lo spinosissimo problema delle infiltrazioni massoniche in
seno alla Chiesa cattolica.
Ci occuperemo soprattutto di due volumi e di un opuscoletto scritti da
don Villa.
Trattasi di due libri dedicati alla controversa figura di papa Paolo
VI e di un pamphlet da poco uscito dal titolo Una nomina scandalo!,
dedicata alla recentissima nomina di monsignor Francesco Marchisano a
Vicario generale dello Stato del Vaticano e arciprete della Basilica
Vaticana. Il quale Marchisano, stando ai documenti pubblicati dal
sacerdote lombardo, sarebbe un importante massone, da quarant’anni
impegnato a sostenere la lotta della setta massonica contro il suo
nemico storico: la Chiesa cattolica. E, secondo don Villa, Marchisano
non sarebbe l’unico prelato massonico operante nelle stanze vaticane,
come vedremo.


ANTEFATTO: AGOSTO 1976 E LA LOGGIA DI SAN PIETRO - Ma prima di entrare
nella strettissima attualità, bisogna fare qualche passo indietro nel
tempo e risalire all’estate del 1976 e precisamente al mese di agosto
di quell’anno, quando il settimanale Panorama (ben diverso
dall’attuale, impegnato soprattutto a raccontare aneddoti
tradizionalmente consoni ai settimanali scandalistici femminili)
pubblica l’elenco, preparato dal giornalista Mino Pecorelli per il suo
periodico Op, di cardinali, vescovi ed alti prelati cattolici
affiliati alla massoneria. Pur definendolo inattendibile (ma don Villa
la pensa diversamente), il commento di Panorama alla pubblicazione
dell’elenco della Gran Loggia vaticana riassume in poche righe quello
che don Villa ha scoperto leggendo decine di migliaia di documenti
riservati, di discorsi pubblici e interni alla Chiesa, di articoli di
riviste di mezzo mondo: ovvero, che la massoneria, grazie alla spinta
favorevole del Concilio Vaticano II, ha raggiunto i vertici della
Chiesa cattolica ed è vicinissima alla vittoria contro il suo nemico
secolare. Scrisse infatti Panorama nel numero del 10 agosto 1976: «Se
l’elenco fosse autentico, la Chiesa sarebbe in mano ai massoni. Paolo
Vi ne sarebbe addirittura circondato. Anzi, sarebbero stati loro a
fargli da grandi elettori e poi a pilotarlo nelle più importanti
decisioni prese durante questi 13 anni di pontificato. E, prima
ancora, sarebbero stati loro a spingere il Concilio Vaticano II sulla
strada delle riforme». Le riforme, appunto: da quella liturgica a
quella dei Seminari, giudicata perniciosa da don Villa e da molti
altri sacerdoti e prelati che hanno preferito non esporsi. Don Luigi
non è un lefebvriano e neppure un sedevacantista , le posizioni
tradizionaliste ed anticonciliari provengono quindi dall’interno della
stessa Chiesa, a rappresentare, forse, l’estremo tentativo, l’ultima
battaglia contro il demone della sovversione e della
scristianizzazione che ammorba da anni i corridoi vaticani, tanto da
far dire a suo tempo (era il 1972) dallo stesso Paolo VI una frase
simbolicamente drammatica: «Da qualche fessura è entrato il fumo di
Satana nel Tempio di Dio».


IL FUMO DI SATANA NEL TEMPIO DI DIO - Don Villa, nel libro Paolo VI
beato?, dimostra che l’elenco della Gran Loggia vaticana è veritiero.
I nomi in esso contenuti dovrebbero far rabbrividire qualsiasi fedele
alla parola di Cristo. Sarebbero stati massoni, infatti, quindi nemici
mortali della Chiesa, vicinissimi e potenti collaboratori di papa
Montini. Ne citiamo alcuni: monsignor Pasquale Macchi, segretario
personale del pontefice (lo ritroveremo più avanti); il cardinale Jean
Villot, segretario di Stato di Paolo VI, di Giovanni Paolo I e di
Giovanni Paolo II, fino alla morte avvenuta nel 1979; il cardinale
Agostino Casaroli, sulla cui appartenenza alla massoneria sarebbe a
conoscenza anche papa Wojtyla, stando alla testimonianza resa a don
Villa da un arcivescovo, stretto collaboratore dell’attuale pontefice;
il vescovo Annibale Bugnini, cui Paolo VI affidò la «rivoluzione
liturgica» al Concilio, nonostante il precedente allontanamento del
Bugnini da parte di Giovanni XXIII; il vescovo Paul Marcinkus,
presidente dello Ior, legato alla scandalo Sindona. Pare che papa
Luciani, il papa dei 33 giorni (e il 33 è un numero simbolico per
tutti i massoni), volesse fare «pulizia» all’interno del Vaticano,
avendo individuato l’«arrosto» massonico coperto dal «fumo» di Satana
e molti, tra cui don Villa, individuano in questa volontà manifesta le
cause dell’improvvisa morte di Giovanni Paolo I.


PAOLO VI E IL TRIONFO DEI “FIGLI DELLA VEDOVA” - Nella postfazione al
libro Paolo VI, processo a un Papa?, don Villa scrive, riprendendo una
sua lettera inviata nel 1979 a monsignor Driwisz, segretario personale
di Giovanni Paolo II: «La Chiesa ha ormai i suoi seminari distrutti, o
semi distrutti e quasi tutti vuoti, divenuti pascolo di preti
modernisti, socialistoidi, politologi e persino eretici; come pure
vede gli Istituti religiosi ridotti a cifre irrisorie e i Conventi
fatti deserti, a causa di un esodo continuo, impressionante!.. e vede
anche le dissacrazioni liturgiche, innumerevoli e continue, talora
innominabili, che hanno ridotto la sacralità ad una sceneggiata, vuota
di ogni spiritualità; e vede sul clero imperversare un vento di
terrorismo teologico, fatto da teste d’uovo pervicaci...». Don Villa
concludeva così: «Ripeto anche a Lei quello che da anni mi sto
chiedendo, e cioè: perché Paolo VI ha aperto al Modernismo? Perché ha
aperto al comunismo? Perché ha aperto alla Massoneria?.. Tre terribili
domande a cui la Storia dovrà e potrà rispondere; e non sarà, certo,
una risposta di plauso!.. Inoltre, rimarrà sempre vero che Mons.
Montini fu cacciato via dalla segreterie di Stato dallo stesso Pio
XII, perché Lo tradiva!..».


PADRE PIO, L’ANTI-MASSONE - In quella postfazione don Villa accenna
anche alla sua amicizia con una delle figure più straordinarie e al
tempo stesso controverse della Chiesa del XX secolo: Padre Pio. Il
sacerdote, santificato lo scorso 23 giugno, incitò don Villa a
«combattere la Massoneria». «Mi disse - scrive il sacerdote - di
mettermi in contatto con S. Ecc.za Monsignor G. B. Bosio e sotto la
Sua protezione diretta, per eseguire quel mandato che mi aveva
affidato. Così feci. Al termine del mio terzo incontro con padre Pio,
salutandomi, Egli mi abbracciò e mi disse: «Coraggio, coraggio,
coraggio! Dovrai soffrire molto da una Chiesa già invasa dalla
Massoneria!». Una Chiesa «invasa» dalla Massoneria potrà mai
difendersi dai suoi nemici, quali l’Islam, la scristianizzazione,
l’ecumenismo? La risposta è lapalissiana: no. Per questo motivo i
documenti proposti da don Villa sono diventati veri e propri tabù.
Inviati a tutti i giornali, nessuno ha mai scritto una riga, si
lamenta il battagliero prete padano. Denunce ai suoi danni? Nessuna.
Eppure spesso don Villa lancia accuse pesantissime, eppure...
silenzio! Vista la tragica fine di Pecorelli, ammazzato a pistolettate
pochi mesi dopo la pubblicazione dell’elenco della Gran Loggia
vaticana e vista la stranissima morte di papa Luciani dopo soli 33
giorni del suo pontificato, nel 1978, don Villa non ha mai avuto
paura? Chi lo conosce dice di no e a vederlo nulla lascia sospettare
il contrario. Eppure, ci raccontano alcuni suoi amici, è stato oggetto
di diversi attentati e aggressioni, una delle quali a Parigi, proprio
mentre si trovava ad indagare su alcuni cardinali in odore di
grembiulino massonico. Ma don Villa, fermo nella Fede e sicuro che
alla fine le «porte dell’Inferno non prevarranno», tira dritto per la
sua strada, continuando a combattere la massoneria, come indicato da
Padre Pio. Sta ultimando il terzo e conclusivo volume sui guasti
commessi da Paolo VI, prepara il nuovo numero di Chiesa viva e ha
appena pubblicato l’opuscoletto di cui abbiamo accennato all’inizio:
Una nomina scandalo! Vediamo il perché.


LO «SCANDALO» DELLA NOMINA DI MONS. MARCHISANO - Il 26 aprile di
quest’anno l’Osservatore Romano riportava in prima pagina, all’interno
della rubrica “Nostre informazioni”, che «il Santo Padre, accogliendo
la richiesta presentataGli dall’Eminentissimo Signor cardinale
Virgilio Noè, ha accettato le sue dimissioni» e ha nominato al suo
posto «Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, Suo Vicario
Generale per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della
Fabbrica di San Pietro l’Eccellentissimo Monsignore Francesco
Marchisano». Marchisano era arcivescovo titolare della Pontificia
Commissione per i Beni culturali della Chiesa e della Pontificia
Commissione di Archeologia Sacra, quando il Papa lo nomina a
successore del cardinal Noè. Ma il neo-nominato, stando ai documenti
pubblicati da don Villa, è un potente massone, rispettoso dell’ordine
impartito da Nubius, Capo d’Azione politica della Massoneria
Universale: «Tendete le vostre reti - invocava Nubius - tendetele al
fondo delle sacrestie, dei Seminari e dei Conventi! Voi pescherete
degli amici e li condurrete ai piedi della Cattedra Apostolica. Voi
avrete così pescato una rivoluzione in tiara e cappa, preceduta dalla
croce e dal gonfalone; una rivoluzione che non avrà bisogno che di ben
piccolo aiuto per appiccare il fuoco ai quattro angoli del mondo».


TRE LETTERE INQUIETANTI - Don Villa riporta il testo integrale di tre
lettere inviate da un certo “Frama” al Venerabile Gran Maestro del
Grande Oriente di palazzo Giustiniani. Due risalgono al 1961, nella
terza la data è illeggibile. Da notare che in tutti i documenti
massonici i nomi reali dei “fratelli” sono occultati da sigle e il
Frama in questione sarebbe nient’altro che Francesco Marchisano,
all’epoca sottosegretario della Congregazione Studi ed Educazione
Cattolica. Ma non mancheranno altre sorprese. Il 23 maggio 1961 Frama
scrive al capo dei massoni italiani di aver ricevuto «con molta gioia,
tramite il F. Mapa, il Vostro delicato incarico: organizzare
silenziosamente in tutto il Piemonte e la Lombardia come disgregare
gli studi e la disciplina nei seminari». Un po’ come avvenne dopo il
1968 nelle scuole statali, quando professori imbevuti di ideologie
marxiste, socialiste, libertarie, materialistiche, fecero di tutto per
devastare l’insegnamento pubblico, riducendo alla fine la scuola in
uno squallido «diplomificio» incapace di selezionare i migliori sulla
base della meritocrazia. Il Fratello “Mapa” in questione - secondo don
Villa - è Pasquale Macchi, che sappiamo essere stato segretario
personale di Paolo VI. Sarebbe stato lui, quindi, a far da tramite tra
il Gran Maestro e Marchisano. Quattro mesi dopo, il 12 settembre 1961,
sempre secondo i documenti illustrati dal sacerdote lombardo, “Frama”
scrive ancora a palazzo Giustiniani. «Dopo aver avvicinato e
contattato più volte i Ff. “Pelmi” e “Bifra”, sono ritornato da “Mapa”
per presentare un primo piano di lavoro - scrive “Frama” - Egli
consiglia di iniziare con la disgregazione dei programmi di studio,
insistendo presso i nostri fedeli docenti perché, con argomenti di
nuova pseudo-teologia e pseudo-filosofia, gettino il seme presso gli
alunni, oggi sitibondi di novità». «In tal modo - continua la lettera
-, la disgregazione disciplinare sarà una semplice conseguenza che
verrà spontaneamente, senza che noi ce ne occupiamo: penseranno gli
stessi alunni». Un piano evidentemente esteso e ben architettato,
quello della massoneria contro la Chiesa. Un piano che ha purtroppo
dato i suoi frutti marci. La terza lettera di “Frama” parla di una
riunione svoltasi la sera prima tra i Fratelli “Pelmi”, “Mapa”,
“Bifra”, “Salma”, “Buan”, “Algo” e “Vino”, in cui si è deciso di
«iniziare degli esperimenti presso alcuni seminari d’Italia», ad
esempio Torino, Trento e Udine, pieni di massoni. Inoltre «bisogna
diffondere in tutti i Seminari il nostro concetto di libertà e di
dignità della persona umana, senza alcuna remora né da parte dei
superiori, né da parte di alcuna legge. Occorre una stampa capillare».
Vediamo chi si celava dietro quella sigle, secondo quanto riportato da
don Villa. “Buan” trattavasi di Bugnini Annibale, di cui abbiamo già
parlato, autore della riforma liturgica sotto papa Montini e quindi
inviato in Iran come Pro-Nunzio apostolico, dopo che un cardinale
consegnò a Paolo VI le prove della sua appartenenza alla setta
massonica. “Pelmi” sarebbe stato Michele Pellegrino, cardinale e
arcivescovo di Torino, mentre “Algo” sarebbe la sigla massonica di
Alessandro Gottardi, arcivescovo di Trento. Sotto il nome in codice di
“Vino” si celerebbe invece Virgilio Noè, cardinale e fresco
protagonista per aver passato la mano in favore di Marchisano, mentre
“Bifra” sarebbe Franco Biffi, rettore dell’Università lateranense, e
“Salma” l’Abate O.S.B. di Finalpia, nel Savonese, Salvatore Marsili.


VERSO LA BATTAGLIA FINALE - Arcivescovi, cardinali, rettori di atenei
pontifici: la massoneria ha perciò pianificato, anno dopo anno, la sua
infiltrazione ai massimi livelli della gerarchia ecclesiastica,
arrivando infine a circondare il Soglio di Pietro? Davanti ai
documenti di don Villa è difficile non crederlo. Moltissime le
coincidenze, così come gli indizi che dal Concilio Vaticano II a
tutt’oggi, evidenziano la trasformazione della Chiesa cattolica,
oseremmo dire l’involuzione della medesima. Da qui i rischi nel
divulgare simili documenti, come le vicissitudini di don Villa
dimostrano.
Noi non vogliamo dare alcun parere su quanto riportato nei volumi del
coraggioso sacerdote padano, il quale continuerà - me lo ha ripetuto -
la sua battaglia nel nome di Cristo e della Tradizione cattolica.
Semplicemente cerchiamo di fare il nostro lavoro di cronisti, offrendo
ai lettori uno squarcio di quanto accade dietro le quinte della
Chiesa, così come viene riportato da un suo servitore. Il quale, pur
ammettendo la quasi-vittoria della massoneria a livello pratico, è
sicuro che alla fine vincerà la Verità. «Noi abbiamo sempre parlato di
questi assalti contro Cristo e la Sua Chiesa - scrive don Villa - pur
sapendo che Cristo ha già vinto Lucifero e il Mondo, ma non ignorando
neppure, però, che Noi, che viviamo nel tempo, non abbiamo ancora
terminata la battaglia contro di Loro!». E se si conosce il nemico,
specie quello che si maschera e si nasconde, aumenteranno le
possibilità di vincerlo una volta per tutte.
http://www.lamiaradiologia.it/Rel/Documenti/DRArticolo22Testo.htm

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