ARTICOLI RIGUARDO ABUSI DENTRO LA CHIESA CATTOLICA

sabato 2 febbraio 2008

LA CHIESA CATTOLICA NON LI CONDANNA E QUESTA E' LA ROVINA

Su Internet e nella stampa,vengono fuori casi in cui preti pedofili o fornicatori,
scoperti è condannati dallo stato,vengono lasciati in pace dalla Curia,a celebrare
le Sante Messe.
Fino a quando questo marciume sarà tollerato dai fedeli cattolici?
Ecco alcuni esempi.
Prete italiano condannato per pedofilia non è stato rimosso e continua a dire messa

“Vorrei toglierti le mutandine. Dove vai a scuola? Prima o poi ti vengo a prendere”. Sono frasi tratte dalle intercettazioni delle 200 telefonate di don Pasquale Scarola, parroco della chiesa San Pietro Apostolo di Capua, ad una bimba di nove anni. Il sacerdote, condannato a due mesi di carcere e al pagamento (mai effettuato) di una risarcimento danni, si è difeso dicendo di essere interessato alla mamma, non alla figlia. Durante il processo sono emersi inequivocabili atteggiamenti morbosi nei confronti della minore ed una serie di comportamenti poco consoni ad un prete. Don Scarola, infatti, si collegava dalla parrocchia a chat erotiche e telefonava alla hot line della pornostar Gessica Rizzo.
Nonostante la condanna per molestie, Don Scarola non è stato rimosso e continua ad essere parroco e a dire messa. Inoltre, il vescovo titolere della diocesi di Capua, monsignor Schettino, da cui dovrebbe partire il provvedimento di rimozione, ha recentemente riceuto la cittadinanza onoraria da parte del comune amministrato dalla cdl in collaborazione con la lista civica Capua Fidelis.

Prete di Napoli, maniaco sessuale conclamato, continua a fare il parroco

Grazie ad un'interrogazione parlamentare del deputato della Rosa nel Pugno Maurizio Tugno, torna alla ribalta il caso un sacordote cattolico italiano, pedofilo e violentatore conclamato, coperto dalla chiesa.
L'indagine ha inizio il 19 dicembre 2006 quando Don Tommaso, parroco del quartiere Pianura di Napoli, viene denunciato dai genitori di una bambina di dieci anni per molestie sessuali. Don Tommaso era già stato arrestato ad Agrigento nel 1995 per aver ripetutamente violentato una donna con gravi disturbi mentali affidata alle sue cure. Per questo reato il prete era stato condannato a un anno e dieci mesi di reclusione, con la sopsensione condizionale della pena. Dopo la condanna la Chiesa l'ha promosso a parroco ed il sacerdote ne ha approfittato per palpeggire quotidianamente in sacrestia la piccola vittima. Nonostante sia recidivo, la chiesa non ha ancora preso nessun provvedimento disciplinare nei suoi confronti.



Don Michele Mosa arrestato per tentato stupro

Don Michele Mosa è stato trovato dai carabinieri nascosto in un ripostiglio nel cortile della vittima e in caserma ha confessato di aver tentato di stuprare una parrocchiana. Il sacerdote 44enne è parroco di Certosa, nella provincia pavese, ed insegna religione cattolica al liceo classico di Pavia.

La notte tra domenica e lunedì è entrato a forza a casa di una sua parrocchiana 39enne, l'ha sbattuta sul letto, ma lei è riuscita a difendersi e ad avvisare i carabinieri. In casa c'erano anche i figli preadolescenti della donna che sono stati svegliati dal rumore.

La vittima ha rilasciato un'intervista pubblicata a questo link.
Quella notte ho avuto paura»
M. Grazia Piccaluga e Maria Fiore
Intervista esclusiva alla donna che ha denunciato il parroco
«Don Michele è un amico, ma l’altra sera era irriconoscibile»

CERTOSA. «Ci volevo dormire sopra. Ma poi ho avuto paura». C.E. si sposta la ciocca di capelli dal viso pulito, senza trucco. E accosta la porta di casa perché i figli non sentano. Erano in casa la notte in cui don Michele passeggiava ansiosamente col cellulare in mano sul pianerottolo esterno per farsi aprire. «Dopo che ero riuscita a mandarlo via, ho chiuso la porta spaventata - racconta -. Non pensavo di chiamare subito i carabinieri, ma lui è tornato. Fuori era tutto buio, ma io vedevo le luci del suo cellulare e sentivo i suoi passi avanti indietro. Così mi sono decisa a chiedere aiuto».
Deve essere stato un momento difficile. Lei ha provato a spiegarsi l'accaduto?
«A dire il vero faccio ancora fatica a crederci».
Che tipo di legame c'era tra lei e don Michele Mosa?
«Don Michele è sempre stato un punto di riferimento. Ci legava una grande amicizia. Al punto che gli avevo più volte chiesto consigli sui problemi adolescenziali che anche i miei figli stanno affrontando. Mi ha prestato qualche libro e bevuto qualche caffé insieme. Era sempre gentile e affidabile. Mi fidavo».
Per questo non ha opposto resistenza quando lui l'ha seguita fino in casa?
«Ripeto, mi fidavo. Quando sono scesa dalla macchina lui mi ha subito raggiunta. Ero appena tornata dalla montagna dove avevo fatto trekking. I miei figli erano già a casa, li aveva accompagnati il papà perché quel pomeriggio stavano con lui. Ho detto a don Michele che ero stanca e non avevo voglia di fermarmi a chiacchierare».
E il sacerdote cosa ha fatto?
«Lui ha insistito. Mi ha addirittura preceduto in cortile. E' entrato in casa, ma io gli ho subito chiarito che non mi piaceva il suo modo di fare».
E a questo punto la situazione è precipitata..
«Mi ha buttata sul letto, ma io sono riuscita a fermarlo e mi sono rannicchiata. Non mi ha picchiata. Ma la sua aggressività mi ha spaventata. Mi sono divincolata, ma lui mi ha raggiunto davanti alla porta del bagno. Mi ha stretto contro il muro, ma io ho cercato di difendermi. L'appendiabiti in ceramica è caduto e si è rotto».
In casa c'erano i suoi figli. Non si sono accorti di nulla?
«Il trambusto li ha svegliati. E a quel punto il sacerdote è fuggito».
Ha pensato subito di chiamare i carabinieri?
«No, non pensavo di denunciarlo, volevo dormirci sopra. Ma quando lui è tornato ho avuto paura. Era irriconoscibile. Lui sempre così pacato, schivo e riservato. Non l'avevo mai visto così. Non era mai accaduto niente del genere. Prima ha suonato il campanello e poi ha cominciato a telefonare con insistenza. Mi ha anche mandato dei messaggi. A quel punto ho chiamato i carabinieri».
La pattuglia è arrivata in pochi minuti. Cosa è successo dopo?
«Al buio i militari hanno perlustrato il cortile, ma don Michele si era rifugiato in un locale adibito a deposito di biciclette. C'era il portone di legno accostato, nascosto da una tenda. Lo hanno trovato lì».
Cosa ha detto il sacerdote ai militari? Ha cercato di giustificarsi?
«Forse c'era ben poco da spiegare. Lui stesso in caserma ha poi confermato come era andata. Anche per me è un colpo durissimo».
(26 settembre 2007)
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Sacerdote torinese confessa di aver avuto rapporti sessuali con minorenni

Alla fine don Luciano Alloisio ha confessato: "ho avuto rapporti sessuali con minorenni". Erano vere le accuse di Salvatore Costa, 24enne torinese che vive di espedienti, nei confronti del sacerdote salesiano del prestigiose collegio Valsalice di Torino. La vicenda è emersa attraverso una storia di ricatti portati avanti da Costa nei confonti dell'economo dell'istituto scolastico. Nella casa del prete sono stati trovati biglietti firmati dal ragazzo con scritte come: "non ho mai avuto rapporti sessuali con don Allosio". Erano le "ricevute" rilasciate in cambio di denaro per comprare il silenzio del giovane.

Costa sostiene di aver avuto i primi rapporti con don Allosio all'età di 15 anni, nel 1997, quando il sacerdote era direttore della Fondazione dei Fratelli dimenticati. Il giovane ha raccontato che il prete è solito servirsi dei servizi sessuali dei ragazzini romeni che battoni in via Cavalli.

L'indagine coinvolge anche monsignor Vaudagnotto, importante prelato della curia torinese. Costa, infatti, ha dichiarato ai magistrati di aver avuto rapporti sessuali anche col monsignore, ma solo a partire dal 2000, ovvero da maggiorenne.

Stavolta è accaduto sul lago di Garda. Qui la notizia completa:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Parroco-in-perizoma-denunciato/1696417/6

Riporto qui l'articolo del Mattino di Padova del 26/07/07:


In vacanza sul lago di Garda, si sarebbe “toccato” più volte davanti a un bambino
Parroco in perizoma, denunciato
Fabiana Marcolini
L’avevano notato fin dal giorno del suo arrivo a Torri del Benaco, perché quel signore, per età e ruolo, forse avrebbe dovuto scegliere costumi da bagno meno vistosi. E invece il sacerdote di 69 anni, celebrante in una parrocchia del Padovano e in vacanza sul lago di Garda, indossava perizoma azzardati. Troppo appariscenti. Ma fin qui, si trattava di una scelta personale ancorché di dubbio gusto.

Ma giovedì scorso, il prete è andato oltre a quella che poteva sembrare un’innocua forma di esibizionismo e ha iniziato a toccarsi, ignudo, davanti a un bimbetto che era entrato in acqua per fare il bagno. Il tutto in spiaggia, senza alcun ritegno. Una pratica interrotta solo perché sono intervenuti immediatamente il papà del piccolo e i gestori del lido. Sei giorni dopo, cioè ieri, la denuncia davanti ai carabinieri di Caprino per atti osceni in luogo pubblico.

I fatti. Il sacerdote a Torri era arrivato nella seconda settimana di luglio - un periodo caratterizzato dal caldo soffocante anche sul lago del Garda - e fin dal primo giorno in spiaggia lo avevano notato per via di quei costumini solitamente indossati in altre età e da persone con particolare prestanza fisica. Sta di fatto che comunque lui, a un passo dai settant’anni, in spiaggia ci andava così, con quel costume succinto. Notato lo avevano notato tutti, magari lo tenevano anche d’occhio sta di fatto che giovedì scorso, nel tardo pomeriggio, mentre era sulla spiaggia aveva insistentemente osservato un bambino straniero, olandese per l’esattezza. Guardato con insistenza e poi quando il bimbetto è andato a fare il bagno, sotto gli occhi dei genitori, lui, il sacerdote, non ha resistito: si è denudato, è entrato in acqua e ha iniziato a toccarsi senza alcun ritegno, Davanti a tutti ma soprattutto davanti a quel bimbo. Senza alcun freno, nonostante la presenza di altra gente in spiaggia, la pratica è stata interrotta dall’intervento del padre del bambino e dei gestori del lido. Ora la denuncia ma non è escluso che la magistratura possa contestargli un addebito più pesante.

E’ già avvenuto, infatti, durante un processo celebrato davanti al collegio Bertezzolo che il pm, richiamando un recente orientamento della Corte di Cassazione secondo cui la violenza sessuale non consiste solo nella costrizione fisica a compiere o a subire un atto ma si integra anche con la sorpresa, contestò a un uomo la violenza su minore perchè la vittima si trovò a subire una situazione che non si sarebbe mai aspettata.


Non c'è molto da aggiungere. Anche se non c'è stata violenza fisica come dice giustamente la giornalista nell'articolo, la violenza sessuale non è solo costrizione fisica e toccarsi di fronte a un bambino è sicuramente di più di un semplice oltraggio al pudore.
In piena bufera Don Gelmini, questo altro episodio mostra il lato oscuro della chiesa (sicuramente non tutti i fatti di questo tipo vengono a galla e quindi rappresentano solo una parte di un fenomeno di portata imprecisata). Certamente la chiesa tende a nascondere molti episodi che riguardano i suoi servitori e quando vengono a galla non prende posizione, come ha dichiarato recentemente sul caso del già citato Don Gelmini.
Mi auguro che i responsabili di questi crimini gravissimi vengano puniti a dovere dalla giustizia e che non vengano protetti dall'istituzione cattolica.

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