ARTICOLI RIGUARDO ABUSI DENTRO LA CHIESA CATTOLICA

giovedì 26 novembre 2009

IN SCENA PRESSO L'AUDITORIUM SAN DOMENICO UN OPERA MOLTEO BLASFEMA-AMORE GAY VERSO GESU'


IN SCENA PRESSO L'AUDITORIUM SAN DOMENICO UN OPERA MOLTO BLASFEMA-AMORE GAY VERSO GESU'

04 novembre 2009
In scena “Lettera d’amore per uno sconosciuto” di Orazio Panunzio
Convincono Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri

di Corrado Altomare


“Io non so cosa succeda ai sentimenti dopo la morte, ma sono sicuro che il mio amore durerà nell’eternità e brucerà l’alito gelido della morte”, queste sono parole dello scrittore molfettese Orazio Panunzio scritte in una delle sue ultime opere “Lettera d’amore per uno sconosciuto”, in cui si evidenzia la religiosità e l’attaccamento alla sua città natale. L’opera è stata portata in scena da una emergente compagnia teatrale “Fuori scena” presso l'Auditorium San Domenico.

Nell’opera Panunzio parla di un giovane ventenne che nella notte tra il giovedì e il venerdì santo si innamora di Gesù e ripensando, nei giorni successivi a quel volto decide di scrivere una lettera d’amore per uno sconosciuto, perché lui non hai mai visto e né conosce Cristo, ma si è innamorato di quell’uomo che è stato torturato e ha subito ingiustamente una pena capitale.
Per cinquanta anni l’uomo cercherà di scrivere la lettera, senza mai riuscirci, per cinquanta anni l’uomo ogni giovedì santo rivedrà quel volto e ogni anno di Pasqua in Pasqua il suo amore si rafforza, occupando ogni spazio della sua esistenza, priva di qualsiasi altro sogno.

Il tema affrontato da Panunzio nella “Lettera d’amore per uno sconosciuto” non è facile da rappresentare, in quanto si tratta di un opera contrassegnata da passioni e sentimenti molto forti al limite del blasfemo e del sacrilego, comunque i due attori, che hanno rappresentato l’animo dell’innamorato sono riusciti a far comprendere allo spettatore la complessità dell’opera e il profondo sentimento di amore del giovane per uno sconosciuto.

Una scommessa vinta quella del collettivo “Fuori scena” con Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri, che hanno convinto e avvinto il pubblico con la loro performance con un testo come quello di Orazio Panunzio di non facile lettura, che loro hanno portato in scena con estrema bravura e maestria.





http://www.molfettalive.it/news/news.aspx?idnews=10450

IL SITO PARROCCHIA SAN DOMENICO - MOLFETTA
Via San Domenico tel/fax 0803355000



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mercoledì 4 novembre 2009

Ti amo, Gesù Morto: il Collettivo Fuori Scena sul palco con un'opera di Orazio Panunzio "Lettera d'amore ad uno Sconosciuto" portata in scena, domenica sera, nell' Auditorium San Domenico
MOLFETTA - E’ una storia d’amore l’opera prima del Collettivo Fuori Scena (Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri).
Un amore sicuramente anticonvenzionale, puro in origine, poi un po’ perso, insozzato, segnato dal tempo e dai tempi, avvertito continuamente, ma convulsamente degenerato. Ma di amore si tratta, e il titolo stesso non fa nulla per nasconderlo: “Lettera d’Amore ad uno Sconosciuto" è un testo inedito, dello scomparso scrittore molfettese Orazio Panunzio, messo a disposizione da parte della famiglia ad un gruppo teatrale giovanissimo, che in quanto tale sembra possedere la scintilla.




La scintilla che fa durare la stasi iniziale solo pochi attimi, che fa scordare la dolcezza del risveglio presi dall’ansia del vivere, che rompe ritmi scenici e vasi in terracotta senza preavviso. E’ la storia di un amore.
Sicuramente anticonvenzionale. Altrettanto sicuramente denso di una poesia e rispondente ad una idea sospesa tra classico e moderno, tra il bianco del candore iniziale e il rosso sangue di un compromesso di sopravvivenza. Un giovane, sembra ormai tanto tempo fa, si innamora, semplicemente ma passionalmente e tutt’altro che platonicamente, della Statua di Cristo Morto, nella notte del venerdì santo, nei vicoli di Molfetta. Il pianoforte che accompagna la nascita di questo amore rende la marcia funebre meno greve ma non meno grave.


E’ un amore puro, incantato, appassionato e pieno. Non durerà questa purezza.



E’ la storia di un amore corrisposto. Perché è anche quel ceppo di legno, trasformato in statua, ad innamorarsi, dall’alto, della città, della gente che vede nella penombra ai suoi piedi. E’ un amore a prima vista, che cresce con il passare degli anni, ammetterà Cristo Morto. Non durerà la purezza, ma durerà, in un modo o nell’altro, questo amore. Un amore da far perdere la testa ad una statua piena di santità, ma che in maniera quasi sacrilega finisce per perdere l’identità, per scordarsi quella santità per vivere l’amore terreno e carnale con l’ uomo. Con l’Uomo.




Durerà, in un modo o nell’altro, questo amore, tra muraglioni stracolmi e vocianti, tra vuoti a perdere abbandonati per le strade, tra l’illuminazione pubblica che, sessant’anni dopo, non vuol saperne di spegnersi quando passa la processione. Lettera d’Amore ad uno Sconosciuto è uno scritto di rara pienezza, e che sconosciuto sia rimasto, ai più, per tanto tempo, è un handicap forse finalmente colmato, per una città amata da Panunzio, che, si dice nella nota introduttiva, “ha trasformato la sua cittadina nel suo personaggio”.



Pieno di rosso-passione, rosso-sangue, rosso-virginale menarca, non c’è solo il giovane, interpretato da Elio Colasanto, innamorato del Gesù Cristo ancora sotto le lenzuola, con le fattezze di Andrea La Forgia. C’è un’intera città: o almeno, è bello poterla pensare così.
Per questo, anche per questo, riportare in scena questo amore (primo amore, e non si scorda mai) magari a ridosso della Settimana Santa, quando ci sarà da far capire ad altri, giovani vergini dei nostri tempi che forse quella notte del venerdì c’è altro, oltre a un’occasione per tirar tardi e bere in compagnia (che l’amore magari cambia, ma non si distrugge) non è un suggerimento. E’ un dovere.

Vincenzo Azzollini


http://www.quindici-molfetta.it/News.aspx?Id_News=17197


Centro Culturale Auditorium - ORAZIO PANUNZIO, UN UOMO, UNA CITTA' UN UNICO AMORE
Fonte: ASSOCIAZIONE 01-NOV-09




Il Centro Culturale Auditorium, sito in Molfetta via San Rocco, prosegue nella rassegna culturale di questo autunno.

Prossimo appuntamento, domenica 1 novembre 2009 ore 19, presso l'Auditorium S.Domenico

ORAZIO PANUNZIO
"Un uomo, una città, un unico amore"

a cura del Collettivo Fuori Scena

Voci recitanti e regia:
Andrea La forgia e Elio Colasanto

Al Pianoforte:
Francesco Giancaspro


http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/bd_edit_app_dioc.edit_appuntamento?p_id=935721





04 novembre 2009
In scena “Lettera d’amore per uno sconosciuto” di Orazio Panunzio
Convincono Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri


di Corrado Altomare


“Io non so cosa succeda ai sentimenti dopo la morte, ma sono sicuro che il mio amore durerà nell’eternità e brucerà l’alito gelido della morte”, queste sono parole dello scrittore molfettese Orazio Panunzio scritte in una delle sue ultime opere “Lettera d’amore per uno sconosciuto”, in cui si evidenzia la religiosità e l’attaccamento alla sua città natale. L’opera è stata portata in scena da una emergente compagnia teatrale “Fuori scena” presso l'Auditorium San Domenico.

Nell’opera Panunzio parla di un giovane ventenne che nella notte tra il giovedì e il venerdì santo si innamora di Gesù e ripensando, nei giorni successivi a quel volto decide di scrivere una lettera d’amore per uno sconosciuto, perché lui non hai mai visto e né conosce Cristo, ma si è innamorato di quell’uomo che è stato torturato e ha subito ingiustamente una pena capitale.
Per cinquanta anni l’uomo cercherà di scrivere la lettera, senza mai riuscirci, per cinquanta anni l’uomo ogni giovedì santo rivedrà quel volto e ogni anno di Pasqua in Pasqua il suo amore si rafforza, occupando ogni spazio della sua esistenza, priva di qualsiasi altro sogno.

Il tema affrontato da Panunzio nella “Lettera d’amore per uno sconosciuto” non è facile da rappresentare, in quanto si tratta di un opera contrassegnata da passioni e sentimenti molto forti al limite del blasfemo e del sacrilego, comunque i due attori, che hanno rappresentato l’animo dell’innamorato sono riusciti a far comprendere allo spettatore la complessità dell’opera e il profondo sentimento di amore del giovane per uno sconosciuto.

Una scommessa vinta quella del collettivo “Fuori scena” con Alessia Garofalo, Andrea la Forgia, Elio Colasanto e Mariel Corrieri, che hanno convinto e avvinto il pubblico con la loro performance con un testo come quello di Orazio Panunzio di non facile lettura, che loro hanno portato in scena con estrema bravura e maestria.


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http://www.molfettalive.it/news/news.aspx?idnews=10450

PRETI PEDOFILI: QUANDO C'E' IL DAIAVOLO SOTTO LA TONACA

PANORAMA.IT 26 11 2009

PRETI PEDOFILI: QUANDO C'E' IL DAIAVOLO SOTTO LA TONACA



Negli Stati Uniti le vittime dei preti pedofili hanno messo la Chiesa in ginocchio. In Italia, invece, i fedeli scendono in piazza per difendere coloro che sono stati bollati dalla giustizia come orchi. È successo a Firenze con Roberto Berti, condannato dalla Congregazione per la dottrina della fede per molestie sessuali.

Molti amici dell’ex parroco di Ginestra Fiorentina non hanno creduto alle accuse e si sono schierati dalla sua parte. Finché l’arcivescovo, Giuseppe Betori, ha fatto affiggere la sentenza di condanna nella bacheca parrocchiale, mettendo a tacere quanti sostenevano che don Berti fosse stato addirittura assolto.
Manifestazioni di solidarietà anche a Roma per Ruggero Conti, il parroco di Selva Candida accusato di pedofilia, atti sessuali con minorenni e prostituzione aggravata. Al processo si sono presentati decine di giovani indossando magliette con la scritta “don Ruggero, ti vogliamo bene”, mentre le presunte vittime venivano dileggiate.

In Vaticano c’è sconcerto: Benedetto XVI ha scelto la linea dura contro i preti pedofili. Ma sempre più spesso deve fare i conti con i fedeli che difendono i sacerdoti accusati di abusi e manifestano per loro con cartelli e striscioni. Su Berti l’ex Sant’Uffizio non ha avuto dubbi: accusato di molestie sessuali nei confronti di cinque minorenni, il parroco è stato condannato a 8 anni di domicilio coatto a Trento, in una casa per il recupero di preti con problemi psichici, unito al divieto assoluto di svolgere attività pastorale.
Berti era stato sollevato il 6 giugno 2008 dalla guida della sua nuova parrocchia di San Mauro a Signa, a seguito di una denuncia per molestie sessuali. In base alle norme sulla tolleranza zero varate nel 2001 dal cardinale Ratzinger (allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede), il processo canonico a carico di Berti è stato affidato all’ex Sant’Uffizio. Per più di un anno non si è saputo ufficialmente nulla. Nel frattempo venivano ascoltati a Roma il prete fiorentino e i suoi accusatori: giovani nati tra il 1977 e il 1986 che hanno riferito di aver subito le attenzioni e le molestie del parroco di Ginestra tra il 1990 e il 2001.

Ma il silenzio e la riservatezza nella quale si è svolto il processo canonico a carico di Berti sono diventati un boomerang per la curia e per le stesse vittime delle molestie. Nelle due parrocchie della periferia fiorentina si è diffusa la voce che il prete era stato prosciolto e le accuse si erano rivelate infondate. Qualcuno ha anche cominciato a dubitare della buona fede degli accusatori. Impossibile persino ricorrere all’autorità giudiziaria perché, dal punto di vista penale, i reati di molestie contestati al sacerdote risultavano già prescritti.

Insomma, per qualche mese gli innocentisti hanno avuto buon gioco a sostenere che si era trattato di una bolla di sapone, mentre i colpevolisti sono finiti sotto accusa. Da qui è nata la richiesta dell’arcivescovo di Firenze di rendere pubblica la sentenza di condanna. Il nuovo parroco di Ginestra Fiorentina, James Savarirajan, domenica 8 novembre ha affisso in bacheca il pronunciamento della Congregazione per la dottrina della fede. Tuttavia, neanche questo gesto clamoroso è bastato a mettere fine alle polemiche: mentre i colpevolisti hanno diffuso la notizia ai giornali locali, gli amici di Berti hanno accusato la curia di aver creato “scandalo “ pubblicando la sentenza.

Ancora più pesante la situazione a Selva Candida, periferia nord di Roma, diocesi di Porto - Santa Rufina.
Il parroco della Natività di Maria Santissima, Ruggero Conti, 56 anni, è finito in carcere a Regina Coeli. Sette, secondo l’accusa, le giovani vittime dei presunti abusi sessuali compiuti dal sacerdote tra il 1998 e il marzo 2008. Per il pm, Francesco Scavo, gli adolescenti sarebbero stati indotti dal sacerdote a compiere o subire atti sessuali in cambio di denaro e capi di abbigliamento.

Ma don Ruggero è difeso persino dalle madri: “Per i nostri figli è stato come un padre” dicono alcune di loro. E puntano il dito invece contro l’ex viceparroco, Claudio Peno Brichetto. È lui a parlare per primo dei comportamenti di don Ruggero al vescovo di Santa Rufina, Gino Reali, ma viene trasferito in un’altra chiesa, mentre il parroco accusato di pedofilia resta al suo posto. Don Claudio non si dà per vinto e si rivolge a un’associazione antipedofilia, Caramella buona, con sede a Reggio Emilia.

I dirigenti dell’associazione informano l’autorità giudiziaria. I carabinieri mettono sotto controllo il telefono di don Ruggero, prendono nota degli sms che invia ai ragazzi, controllano il suo computer e i siti che abitualmente frequenta, raccolgono le prime testimonianze. Così, nel giugno 2008, scattano le manette: il parroco di Selva Candida finisce prima agli arresti domiciliari, poi a Regina Coeli.

Ma la vicenda assume subito una coloritura politica: don Ruggero, infatti, era stato scelto in campagna elettorale dal sindaco Gianni Alemanno come garante per le politiche della periferia e della famiglia. Tanto che la costituzione del Comune di Roma come parte civile nel processo contro il sacerdote è diventata un giallo. Alla prima udienza contro don Ruggero, il 16 giugno scorso, il comune non si è presentato.
Alemanno sostiene di avere dato mandato al Dipartimento promozione dell’infanzia di provvedere alla costituzione in giudizio. Ora la dirigente del dipartimento è stata sospesa e il comune, il 27 ottobre, si è costituito contro don Ruggero (la prossima udienza sarà il 26 novembre).

Nel frattempo sono arrivate anche minacce di morte: buste con proiettili indirizzate al pm Scavo, a Mario Staderini, neoleader dei Radicali italiani (anch’essi parte civile nel processo), e a Roberto Mirabile, presidente di Caramella buona.
E spuntano pure testimoni contro don Claudio, il grande accusatore di don Ruggero. Tra questi Antonio Savaiano: afferma che il giovane viceparroco gli avrebbe offerto 300 euro per bruciare la macchina di don Ruggero. Accuse tutte da provare. Intanto il presidente della VI sezione del tribunale penale, Luciano Pugliese, ha stabilito che il processo si svolgerà a porte chiuse.
Ma lo scontro tra innocentisti e colpevolisti continua.

MIGLIAIA DI CASI
4.392 sacerdoti denunciati per pedofilia negli Usa.
2,6 miliardi di dollari: il totale dei risarcimenti pagati fino a questo momento alle vittime dei preti pedofili negli Stati Uniti.
1.700 preti accusati di violenze, orge e uso di droga in Brasile a danno dei bambini piccoli.
800 sacerdoti, religiosi e suore chiamati a rispondere di 30 mila casi di abusi sessuali in Irlanda.
1,1 miliardi di euro di risarcimenti richiesti dalle vittime dei sacerdoti pedofili in Irlanda.
107 preti e religiosi condannati in Australia per abusi sui minorenni.
73 casi di presunti abusi sessuali su minori e più di 235 le vittime di sacerdoti e religiosi pedofili in Italia. Polonia, Gran Bretagna, Austria, Francia, Croazia gli altri paesi europei più colpiti dalla piaga della pedofilia nella Chiesa.

ignazio.ingrao
Venerdì 20 Novembre 2009
http://blog.panorama.it/italia/2009/11/20/preti-pedofili-quando-ce-il-diavolo-sotto-la-tonaca/